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IL CULTO DI SAN BASSO E I MARINAI
(da "San Basso da Nizza a Cupra")

Il culto verso San Basso ha varcato i ristretti confini del paese per estendersi in piu' parti del litorale adriatico. Il primo movente va ricercato nel santo stesso, per l'eccezionale tipo di martirio, che ha commossoe commuove chiunque, ed anche per la potente intercessione sui devoti. Il tramite migliore della diffusione del culto sono stati i marinai di Cupra Marittima.
Il loro commercio con Nizza e la Provenza aveva dato posibilita' di asilo ai profughi nizzardi e al prezioso tesoro del corpo di San Basso. Da allora la devozione dei marinai cuperensi non e' venuta mai meno, anzi sembra che, col passar del tempo, voglia sempre piu' rassodarsi. Il legame e' costituito dagli innumerevoli prodigi del protettore sulle persone di mare e sulle imbarcazioni, ed ancora dalla corrispondenza sentita e profonda dei marinai.
Ognuno di essi ha una grazia particolare da raccontare. I marinai cuprensi non si sono accontetati di mantenere il culto di San Basso entro gli angusti confini del loro grazioso e pittoresco paese.


San Basso - Petriolo

San Basso - Offida

Dovunque essi andavano, comunicavano la fiducia e l'amore all'incomparabile patrono. I marinai di altri paesi esperimentavano, nei frangenti, il patrocinio di San Basso e ne divulgavano il culto nelle loro contrade.
La diffusione del culto nel piceno (Monterubbiano, Montefiore, Petriolo, Offida, Quintodecimo) e' comprensibile perche' nella medesima regione, sulla quale Cupra lo irradiava.
Ma solo per mezzo dei marinai puo' spiegarsi il giungere del culto di San Basso a Termoli, nella laguna veneta e nell'Istria.


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