Cupra Marittima - San Basso
 

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[ San Basso ]

IL TRITTICO DEL CRIVELLI da "SAN BASSO NELL'ARTE" (Silvia Vagnoni)

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L'opera è costituita da tre pannelli iconograficamente autonomi, ma coerentemente correlati tra loro sul piano stilistico. Nello scomparto centrale è raffigurata la Vergine in piedi, con le mani giunte nell'atto di adorare il Bambino che giace a terra su testine di cherubini. Questo tema è molto caro a Vittore perché gli permette di conferire alla Vergine una solennità di ascendenza orientale, non certo perché era incapace di disegnare una figura inginocchiata come suppose il Grigioni.

Il pittore lo propone in diverse opere più o meno ricche di elementi simbolici e decorativi, va ricordata a questo proposito la straordinaria "Madonna adorante il Bambino" visibile nella Chiesa di San Fortunato a Falerone. Altrettanto raffinate sono la "Vergine adorante il Bambino" conservata al Petit Palais di Avignone e quella della Pinacoteca Civica di Sarnano, mentre nella tavola della Chiesa di San Giacomo Maggiore a Massignano e nel trittico di Sant'Elpidio Monco si rileva una certa sobrietà decorativa. ffig.1,2,3,4,5,6)

Comune a tutte queste opere è la definizione del volto della Vergine caratterizzato dai tratti della giovinezza che simboleg-giano l'incorruttibilità dello spirito e la malinconia dello sguardo che filtra attraverso le palpebre socchiuse. Vittore ci presenta la Madonna come manifestazione della duplice essenza di Vergine e Madre consapevole del sacrificio per cui il Figlio si è incarnato. Un sottilissimo velo scende sulla fronte piuttosto alta e copre i capelli divisi in due onde sinuose; il capo, lievemente reclinato sulla destra, è coronato da un diadema sorretto dalle ali di due cherubini. Altri due cherubini sono posti in maniera simmetrica ai lati del drappo arabescato che pende sullo sfondo di un cielo notturno punteggiato di stelle.

Di fianco alla Madonna, sopra il sedile marmoreo, due angeli ne replicano l'atteggiamento devoto; quello a destra è raffigurato con le mani giunte, quello a sinistra con le braccia incrociate sul petto. Sul pavimento, alla sinistra dello spettatore, Vittore ha poggiato due libri, l'uno irrealmente sospeso sull'altro che forse alludono al Vecchio e al Nuovo Testamento. Ai piedi della Vergine è raffigurato il Bambino avvolto in un panno giallo e disteso su un giaciglio costituito da testine di cherubini, creature celesti che hanno l'incarico di intercedere presso Dio e di difendere gli attributi divini tra gli uomini.

La mano destra poggiata sul petto e il globo dorato sormontato da una piccola croce che il Bambino stringe nella sinistra, prean-nunciano il sacrificio che compirà per riscattare l'uomo dal peccato. (fig. 10) Nell'intera scena si ravvisa una tensione verso l'alto sottolinea-ta dall'orlo dorato del manto della Madonna, dalle Sue mani giunte, dalle ali con le punte accostate degli angeli e dal drappo che pende sopra al sedile marmoreo. Nello scomparto di sinistra è ritratto San Basso vescovo di Nizza che secondo quanto racconta la tradizione, divenne patrono della città di Cupra Marittima perché proprio in questo luogo fu ritrovato il suo corpo, traslato da profughi nizzardi intorno al 573 - 76.


"Madonna adorante il bambino, tra San Basso e San Sebastiano"
Cupra Marittima


Particolare del Bambino


Particolare del corpetto della Madonna


Particolare del pannello raffigurante San Basso

Il Santo, rappresentato in piedi su un tappeto erboso, indossa gli abiti episcopali e una mitria di seta bianca broccata d'oro e finemente ornata di perle. (/Y~. 12) Nella mano destra tiene un libro, probabilmente il Vangelo, e il rocco pastorale, mentre nella sinistra reca gli strumenti del suo orrendo martirio: due "spidioni" che lo trapassarono dalla pianta dei piedi fino al capo. Nonostante Vittore lo rappresenti con la barba e i capelli bruni, il suo volto appare rugoso e segnato da innumerevoli sofferenze che tuttavia non si riflettono nello sguardo, in apparenza privo di turbamento. Si racconta infatti che fino all'ultimo il Santo rimase sereno continuando a confidare nella Grazia del Signore ed esortando i suoi fedeli a "perseverare nella via della salvezza eterna per mezzo della fede e dei sacramenti".

Nel terzo ed ultimo scomparto è rappresentato San Sebastiano, tribuno delle guardie pretoriane che durante la persecuzione di Diocleziano subì il martirio a colpi di freccia. E' infatti raffigurato come un giovinetto legato mani e piedi ad un tronco d'albero con il corpo, coperto solo da un perizoma, piagato da numerose frecce. Vittore varia leggermente questa tradizionale rappresentazione dipingendo sul tappeto erboso due frecce andate a vuoto. La sua protezione veniva invocata contro la peste simboleggiata dalle frecce che in tempi pagani si credevano scagliate sugli uomini dal dio Apollo. Non possediamo documenti che attestano la diffusione del morbo nel periodo di esecuzione dell'opera, ma la zona compresa tra Ascoli e Fermo già intorno al 1484 aveva conosciuto una grave pestilenza.

Il volto del Santo, appena reclinato sulla destra, è incorniciato da una cascata di riccioli trattenuti da una coroncina di perle e il rossore delle gote contribuisce a sottolineare la sua giovane età. Come nel pannello raffigurante San Basso, alle spalle del martire, due nastri rossi sorreggono un drappo verde di tessuto "moire" i cui caratteristici effetti di marezzatura sono stati abilmente riprodotti dal pittore.

Quaderno n.1 - Comitato festeggiamenti San Basso - marzo 2001
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